Rrose Sélavy - Un viaggio oniricamente melodico attraverso la sperimentazione sonora di John Cage
“Rrose Sélavy”, una composizione iconica del compositore americano John Cage, è un’opera che sfida le convenzioni e trascina l’ascoltatore in un universo sonoro dove il silenzio diventa musica e il caso domina la creazione artistica. Cage, figura controversa e innovativa della scena musicale del XX secolo, ha sempre rifiutato le strutture tradizionali e le gerarchie musicali, abbracciando invece un approccio sperimentale che metteva al centro l’ascoltatore e la sua esperienza sensoriale.
Nato a Los Angeles nel 1912, Cage si avvicinò alla musica in giovane età, studiando con compositori come Arnold Schoenberg e Henry Cowell, pionieri della musica atonale e delle avanguardie sonore. Tuttavia, Cage si distaccò presto dalle influenze tradizionali, affascinato dalle nuove sonorità offerte dall’elettronica e dalla natura stessa. La sua opera “Rrose Sélavy”, composta nel 1972 per pianoforte preparato, è un esempio emblematico di questo approccio rivoluzionario.
“Rrose Sélavy”: un omaggio al Dadaismo e alla serendipitá
Il titolo stesso dell’opera è una chiave di lettura fondamentale: “Rrose Sélavy” è un anagramma di “Marcel Duchamp”, celebre artista dadaista noto per le sue opere irriverenti e anticonformiste. Cage, appassionato di arte moderna, volle omaggiare Duchamp con questa composizione che, come le opere dell’artista francese, mette in discussione i confini tra arte e realtà.
“Rrose Sélavy” è una performance che richiede al pianista un atteggiamento mentale particolare: anziché interpretare una partitura tradizionale, il musicista deve affidarsi al caso e alla serendipitá. Cage ha creato un sistema di istruzioni complesse che guidano l’esecutore nella scelta di note e suoni, lasciando ampia libertà all’improvvisazione.
Un’opera per pianoforte preparato: tra innovazione e sperimentazione sonora
La composizione è pensata per pianoforte preparato, ovvero un piano con oggetti come viti, monete o carta inseriti tra le corde per modificare il timbro e creare suoni inusuali. Questa tecnica, già utilizzata da Cage in altre opere come “Sonate and Interludes” (1946-48) e “Music of Changes” (1951), enfatizza l’elemento sperimentale e apre nuove possibilità sonore al pianoforte tradizionale.
“Rrose Sélavy” si articola in quattro movimenti:
- I movimento: Inizia con un’atmosfera onirica e sospesa, dominata da suoni morbidi e melodie fluide che evocano un senso di pace interiore.
- II movimento: Introduce ritmi più incalzanti e melodie più complesse, creando un contrasto interessante con il primo movimento.
- III movimento: Si distingue per una maggiore densità sonora, con strati di suoni sovrapposti che creano un effetto quasi ipnotico.
- IV movimento: Conclude l’opera con un ritorno a un’atmosfera più serena e riflessiva, lasciando all’ascoltatore uno spazio di silenzio e contemplazione.
| Movimento | Descrizione sonora | Elementi caratteristici |
|—|—|—|
| I | Onirico, sospeso, melodico | Suoni morbidi, timbri insoliti | | II | Ritmico, complesso, dinamico | Contrasto con il primo movimento, uso di ritmi irregolari | | III | Densità sonora elevata, ipnotico | Strati di suoni sovrapposti, effetto ecoico | | IV | Sereno, riflessivo | Ritorno a un’atmosfera calma, spazio per la contemplazione |
L’eredità di “Rrose Sélavy”: una pietra miliare dell’avanguardia musicale
“Rrose Sélavy” è un’opera che ha segnato profondamente il panorama musicale del XX secolo. Il suo approccio sperimentale e anticonvenzionale ha aperto la strada a nuove forme di espressione musicale, influenzando generazioni di compositori.
Cage stesso ha definito “Rrose Sélavy” come un “esercizio di ascolto”. L’opera invita l’ascoltatore ad abbandonare le proprie aspettative e pregiudizi, aprendo le porte a una nuova dimensione sonora dove il silenzio diventa musica e il caso guida la creazione artistica.
“Rrose Sélavy” è una testimonianza della genialità e della visionarietà di John Cage, un compositore che ha osato rivoluzionare il linguaggio musicale, lasciando un’eredità indelebile nel mondo dell’arte.